domenica 23 novembre 2014

La leadership politica

La politica soffre, in questi anni bui, dell’assenza di una figura carismatica, di un trascinatore, un leader vero, uno di quegli uomini in grado di ottenere fiducia totale dal popolo, al di là del colore politico. Avere una guida è utile ma soprattutto determinante. Gli anni ottanta e novanta sono stati gli ultimi testimoni di grandi pensatori politici, di uomini che hanno lottato per affermare i loro sogni, le loro ideologie, ciò insomma in cui credevano. Erano uomini con la U maiuscola, perché ponevano il rispetto delle controparti come arma fondamentale per la soluzione delle controversie politiche. Il temperamento democratico, la disponibilità e la capacità a negoziare, ma soprattutto la cultura di cui erano dotati, era la base per produrre un dialogo efficace, per progettare e far sognare gli italiani. Berlinguer, Moro, Fanfani, Almirante, Andreotti e tanti altri, in virtù delle loro comuni esperienze di vita (dittatura, guerre, patimenti ), pianificavano il futuro degli italiani, a cui chiedevano poco e davano di certo molto di più. Il progresso dell’italico popolo, in termini di crescita socio-economica è stato, sotto la loro guida, massiccio e continua, specie nel dopoguerra, dove bisognava ricostruire l’Italia e soprattutto gli italiani. Fatta questa premessa, possiamo dedurre facilmente la povertà dell’attuale politica italiana, tutta presa da fattori che poco hanno a che fare con la precedente” èlite” di uomini di governo. Poco o niente si è ereditato di quelle esperienze. Il vuoto sembra incolmabile. Scomparsi gli “ideatori” di questo sistema-nazione, non sono rimasti altri che “conquistatori“, uomini che tutto cercano tranne che la crescita morale e culturale dei cittadini italiani, una crescita questa che se ottenuta varrebbe la demolizione di una classe politica incompetente e pregiudizievole al bene dell’Italia. Un’ingiustizia diffusa provoca altra ingiustizia e qui chi ne gode chiaramente sono le lobby, avvocati e giuristi in genere, che vedono crescere così in modo esponenziale la loro clientela. La carenza di medici esperti e di sana moralità ha determinato un diffuso malcostume che ha influenzato anche la nuova generazione di sanitari che antepongono alla primaria funzione morale e sociale della professione, la ricerca continua di quattrini. Potremmo elencare altri casi di “lobby”, e nel nostro Paese sono veramente tante, tutte proiettate a bloccare ogni iniziativa volta a sradicare la propria posizione economica e sociale a favore delle masse. Notai, professori universitari, primari e così via, dove il ricambio generazionale avviene solo ed esclusivamente per corrispondenza del DNA. Oggi risulta difficile per la nuova classe politica dedicarsi anima e corpo al bene del Paese, poiché è bene e ben più facile anteporre la “propria” ricchezza a quella degli “altri”, così tanta ricchezza accumulata che ha creato di riflesso sacche di povertà così diffuse oggi in Italia tale da presagire la morte di un’intera classe sociale, la fine stessa di una comunità “di comuni mortali” di cui la nostra terra ne è piena.