venerdì 8 luglio 2016

Orlando e Palermo, amore finito

Orlando e Palermo, amore finito Vent’anni non sono pochi ma, stranamente, sono trascorsi senza essercene accorti. Sì, Orlando, il Sindaco di Palermo, quello che ” lo sa fare ..” è riuscito a battere tutti i record. Tutto ebbe inizio nel lontano 1985 con la famosa primavera di Palermo. Venivamo da periodi bui, il sacco di Palermo, la mafia, la politica corrotta, e i palermitani, presi da un momento di panico, di angoscia, decisero in massa di affidare il mandato di Sindaco a Leoluca, allora giovane professore universitario e consigliere comunale. Una strategia che ebbe i suoi buoni risultati. Palermo cambiò veste, iniziarono i lavori di “bonifica” della città, che nel giro di qualche anno portarono il capoluogo siciliano ad avere un ruolo e una posizione di prestigio nazionale. L’entusiasmo dei palermitani nei riguardi del “salvatore”non si spense, e così fu assicurato al “Sindaco benefattore” una lunga e stimata carriera politica. Un uomo ambizioso e coraggioso, tanto da “osare” sfidare l’allora "eccellenza politica siciliana”, l’ex democristiano Totò Cuffaro alla guida della Regione siciliana, con il risultato che tutti noi conosciamo. Una carriera eccezionale, Assemblea regionale , Camera dei Deputati, Parlamento Europeo, con addosso il marchio di Italia dei Valori dell’ex PM di mani pulite Antonio Di Pietro, esperienze che si spensero quando decise nel 2012, di riproporsi come primo cittadino di Palermo, con una campagna elettorale incentrata sul riordino del precariato al comune di Palermo (che aveva lasciato nel limbo) e sull’esperienza politica maturata che portava in dote, riuscì così a farsi eleggere ancora una volta Sindaco del capoluogo siciliano. Sono già trascorsi quattro anni, e tanto è bastato al professore Orlando per far rimpiangere addirittura il forzista Diego Cammarata, il Sindaco fantasma, ricordato e associato dai palermitani alle cronache mondane cittadine a cui era assiduamente legato. Manca poco allo scadere del mandato, ed è giunto il momento di fare un bilancio della sua permanenza a Palazzo delle Aquile, ma la voce che corre insistentemente è unanime: Palermo è oggi una città in caduta libera. Periferie abbandonate a se stesse, nel degrado, dove la presenza delle istituzioni comunali è totalmente assente. Traffico, smog, delinquenza, disoccupazione, strade dissestate e senza illuminazione, eterne incompiute, assenza TOTALE di impianti sportivi e di aree verdi. Viabilità ferma a vent’anni fa, e di nuova neanche a parlarne. Tante le promesse, gli impegni, ma i palermitani fino ad oggi hanno visto soltanto lievitare le tasse comunali, le multe (è il servizio più efficiente della gestione Orlando) e i divieti, quelli sì, niente di più. Un bilancio povero di risultati, schietto, che evidenzia i “limiti” di un uomo probabilmente stanco, appagato e ormai spento di entusiasmo, che nonostante tutto, in barba alle problematiche insolute della città, viene “proclamato”, suo malgrado, “Presidente della città metropolitana di Palermo”, un ulteriore e inaspettato premio al suo impegno politico. E sì, è vero, lui si che lo sa fare…..