lunedì 10 giugno 2013

Quando si blatera a convenienza.

Il “Sunseri” del giornale di Sicilia non ha poi tutti i torti. I suoi editoriali, anche se legati strettamente a pregiudizi ormai solo nei ricordi dei dipendenti regionali, colpiscono i mali storici della nostra amministrazione pubblica. Ma non tutti chiaramente, anzi.
Al di là della necessità o meno di rendere pubblici i dati statistici circa le assenze per malattia dei lavoratori regionali senza farne un “reale” confronto con le altre amministrazioni pubbliche  nazionali, bisogna riconoscere in lui quelle capacità nell’ identificare spregevoli comportamenti che oggi più di ieri infiammano gli animi dell’opinione pubblica locale e nazionale ormai traboccanti di  spropositato populismo .
E’ chiaro che “fuori dalle mura” è più facile giudicare, attaccare, puntare il dito, soprattutto se la difesa è bucata e fa acqua da tutte le parti. Mi riferisco ai sindacati, che non riescono più a contenere quelle sterili polemiche  sulle assenze per malattia, o quelle più coriacee che riguardano la mobilità o i trasferimenti dei loro iscritti.
Ma questo non è il frutto di una stanchezza psichica che ha colpito tutte le sigle sindacali, ma bensì di un potere tecnico-giuridico acquisito in anni di lotte che giorno dopo giorno perde terreno nei confronti di una politica che rivendica il suo ruolo di leadership e che si potenzia con armi molto più moderne e incisive. Ma di questo il Sunseri non ne parla. Lui tiene alta l’attenzione su notizie che fanno vendere più copie al suo giornale, non si preoccupa dei lavoratori e di quello che potrebbe succedere in un prossimo futuro se la politica prendesse oggi il sopravvento su quelle profonde regole di garanzia dei lavoratori  conquistate con la lotta e con i sacrifici dei nostri padri.
Certamente gli abusi, il malcostume vanno combattuti con tutti i mezzi, ma non di certo a mezzo stampa, dove si rischia di mettere il lavoratore alla mercè di un’opinione pubblica che vede  solo un colore: bianco o nero. Ma va contestualmente combattuto il privilegio, quello che per intenderci non premia e non garantisce il buon andamento della pubblica amministrazione , ma che mira diversamente ad acquisire il consenso  politico .
Ecco, di questo mi meraviglio. Il Sunseri, sempre puntuale a denunciare e colorare quelle criticità, che di volta in volta vengono fuori  riguardo ai lavoratori della regione, che fanno solo notizia,  non si sforza nemmeno di trovare  e stanare quei privilegi, appunto, che sono la causa principale della crisi degli enti pubblici. Di fatto il risultato ottenuto è soltanto quello di aver creato un forte disagio che accumuna i dipendenti regionali additati tutti di cattivo esempio, mentre viceversa sollecita implicitamente così i “più furbi” e i “politicanti” a fare meglio e di più.
Si apre così una spirale che non contenta nessuna delle parti, ma chi non ne trae vantaggio è di sicuro l’amministrazione  siciliana che contempla in sé due record: quello dei precari e dei consulenti  esterni che non servono,  e quello dei lavoratori ammalati che continuano così a star più male.