mercoledì 22 luglio 2015

S. Martino delle Scale . Si festeggia S. Benedetto e si ricorda il Giudice Borsellino

Si festeggiava S. Benedetto. Un lungo corteo per le strade alberate di S. Martino delle Scale, una frazione di Monreale a due passi dalla città. Piccole viuzze dove il carro con la statua del Santo, Patrono d’Europa, si insinuava sospinto da una ventina di uomini forti e motivati, i figli di S. Benedetto. Una lunga scarpinata che giungeva al termine solo verso sera tra le forti mura dell’Abbazia benedettina tra canti e musica. Tante le soste, ma una in particolare mi ha scosso , quella fatta davanti i martiri della guerra, dove il monaco benedettino invitava i fedeli, dopo aver rilevato la ricorrenza della festività con il 23° anniversario dell’eccidio del giudice borsellino e della sua scorta, ad un momento di raccoglimento. Dopo l’inno ai caduti intonato dalla banda musicale, un forte applauso è riecheggiato nel piccolo centro montano, Cento, duecento persone forse, la commozione che ha coinvolto gran parte dei presenti si sentiva dal loro battere le mani, con vigore e convinzione, quasi a voler svegliare i morti. Io ero tra loro, e mi ritenevo fortunato di essere lì in quel momento. Non c’erano ipocriti, politicizzanti, gente di potere, no, c’era gente qualunque che non ha scordato quanto accaduto ventitré anni addietro, che non ha scordato quanto sangue è stato versato da vittime innocenti che si prestavano soli e indifesi a sostenere i nostri diritti tra i quali la Libertà, quella di cui ci vantiamo di avere raggiunto, ma che in realtà rimane un sogno irrealizzabile, una libertà per cui invano hanno combattuto i nostri nonni e per cui si continua inconsapevolmente, forse, a morire.