giovedì 7 maggio 2015

Deputati regionali, ma cosa avete fatto?

Il Governo regionale ha vinto. Cusimano e Sunseri hanno vinto. Il Parlamentino regionale ha vinto. Adesso per la gioia di Crocetta e compagni il sistema pensionistico dei dipendenti regionali è stato equiparato a quello degli statali, e non solo quello. La Sicilia adesso è salva. I dipendenti regionali messi alla gogna ormai da troppi anni, hanno comunque fatto la loro parte: hanno salvato da soli la Regione dal default. Che goduria sarà stata per tutti i novanta deputati all’ARS, sapere che da domani i dipendenti regionali in pensione faranno anch’essi parte della grande famiglia di italiani colpiti dal virus della miseria e che loro, viceversa, continueranno a vivere di privilegi . A tale proposito si riporta il commento di un lettore di live Sicilia che racchiude in poche parole il significato di tutta la manovra portata avanti senza scrupoli dal governo Crocetta: “C'è chi nasce schiavo, e ritiene che la giustizia sociale non sia eliminare la schiavitù ma estendere la schiavitù a tutti per eliminare "i privilegi". Ci sono lavoratori colpiti dalla Fornero che hanno iniziato una crociata per estenderla a tutti. Oggi la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale una parte di questa legge. Domando: sono gli altri i privilegiati o sono i crociati degli imbecilli? Fatta la legge ora tutto può tornare come prima. Colapesce (il presunto “salvatore” Baccei), forte di questa vittoria in trasferta, potrà tornare a casa così come fece la Fornero dopo la sua rivoluzione che ha mandato in miseria milioni di pensionati italiani, il “progettista” e “regista” Crocetta potrà riprendere la sua attività prediletta e continuare a recarsi in Procura o da Giletti e denunciare misteriosi fatti e misfatti, i suoi consulenti “preferiti” nonché i suoi “figliocci”, potranno continuare ad occupare le poltrone più “eleganti “ e prestigiose dell’isola con compensi maestosi “aggiustati” in corso d’opera, l’amico di tutti, il sottosegretario alla pubblica istruzione Davide Faraone, dopo avere ravvivato la sua carriera con questa sua politica “risanatrice”, potrà avvalersi, nel prossimo futuro, del sostegno dei lavoratori regionali per proiettarsi, con la professionalità e la cultura che lo contraddistingue, nelle poltrone più importanti d’Italia, e per ultimo il Giornale di Sicilia, primo esortatore di questa riforma, che con i frutti di questa maestosa campagna demolitrice potrà finalmente dare un sostegno economico ai suoi coloratissimi e abilissimi editorialisti di punta. L’autonomia siciliana è finita. Non a torto qualcuno sostiene che è stata “svenduta” da Crocetta e la sua corte alla politica romana per trenta denari, e purtroppo sarà difficile, se non impossibile, tornare indietro. Tutti i lavoratori regionali ricorderanno il governatore siciliano come il “Nerone di Gela”, colui che, con una innegabile strategia, ha mandato in rovina migliaia e migliaia di pensionati siciliani e le loro famiglie. I dipendenti della regione sono messi male, certo, ma c’è chi sta peggio. Chi? I sindacati naturalmente, a cui dopo questa batosta non resta che leccarsi le ferite, sbracciarsi e cambiare faccia. Rinnovarsi. Restano adesso poche cose da fare e nel più breve tempo possibile per non causare un’emorragia di cancellazioni: I Congressi per prima cosa, e rimuovere fin da subito tutti i vertici sindacali. Subito dopo promuovere una raccolta di firme per la riduzione dei parlamentari siciliani (50) e dei loro compensi e privilegi, così com’ è avvenuto nelle altre regioni d’Italia. Restano da definire le modalità di lotta per ottenere i rinnovi contrattuali i quali, da oggi in poi, dovranno ritornare ad essere i punti cardine della lotta sindacale.