Continua
impietosa la maligna campagna denigratoria contro i dipendenti regionali, tanto che ormai nell’immaginario
collettivo vengono riflessi come il
diavolo e i suoi fratelli, come coloro che si destreggiano giornalmente per non far nulla, che rifiutano
di lavorare perché arroganti e presuntuosi, che non accettano condizioni che
siano diverse da quelle da essi prescelte. Niente di più falso. Il presidente
Crocetta, uomo tutto di un pezzo e di grande moralità, decide di licenziare i
dipendenti regionali che non “ubbidiranno” al trasferimento d’ufficio, una
dichiarazione di per lì buttata giù senza pensarci su neppure un attimo (come al solito), senza
riflettere sulle conseguenze che queste parole hanno sui lavoratori e sulle
loro famiglie, additati come ricchi nullafacenti in un paese di poveri e
disoccupati. Ingenuo o perspicace fino
al punto di spingersi a dichiarazioni al limite della ragionevolezza? Prepongo per il secondo aggettivo, visto che il
presidente Crocetta è stato fin troppo ingeneroso, già all’alba della sua
elezione a Governatore, verso i suoi dipendenti. Queste sue esternazioni hanno
dato corda ai vari Sunseri e Pipitone che si sono spinti all’inverosimile, fino
all’offesa, definendo addirittura “parassiti” i dipendenti regionali (Giornale
di Sicilia del 2/10/2016).
Dopo aver
gettato in pasto al famelico lettore prevenuto una notizia del
tutto infondata e tendenziosa, “i nostri amici” redattori si preparano ad
accogliere con disinvoltura i frutti della loro stupidità. Ma dove vogliono
andare a parare? La suola della scarpa è ormai
consumata.
Non i
macrostipendi dei dipendenti dell’ARS, veri e propri privilegiati, vengono
presi di mira dai paladini della giustizia nostrani, ma i dipendenti di Palazzo
d’Orléans.
Tremila
dipendenti godono della L.104 (tut.
Port. di hand.) mentre tremila sono i dipendenti regionali che usufruiscono delle prerogative sindacali.
Un chiacchiericcio che è evidentemente frutto di una cattiva informazione, ma che ha nel contempo scatenato un putiferio
mediatico.