venerdì 3 giugno 2016

Festa della Repubblica a Palermo


 
 Una giornata soleggiata ha accompagnato il 70° anniversario della Repubblica italiana. Una bella festa, grandi uniformi multicolori addobbati da mostrine che sembravano non trovare più spazio nelle pettorine. Greche, torri e stelle che non hanno dato certo sobrietà alla manifestazione. Una piccola ma comunque generosa parata militare, un evento che poteva dare di più in termini di risultato ma che è somigliato poco o più che a una pittoresca passerella. Poca gente ad assistere ma molto motivata, lo si è notato dagli occhi lucidi quando la banda del XII battaglione carabinieri ha intonato l’inno nazionale di Mameli durante l’alza bandiera e soprattutto quando il  Prefetto di Palermo ha espresso le condoglianze all’Arma dei carabinieri per il brutale e vile assassinio del maresciallo Silvio Minarchi ucciso in un agguato a Marsala nell’esercizio delle sue funzioni.

Grandi assenti i giovani. L’età media dei presenti era molto alta, si è notata l’assenza delle scolaresche, praticamente “inesistenti” i ragazzi in età di “leva”. Mancava il “futuro”, quella generazione che tra pochi anni dovrà per cause di forza maggiore prendersi cura del Paese, accompagnarlo ad andare avanti per la sua strada, una strada che purtroppo sembra smarrita.
Mancavano quei giovani ormai  troppo distratti dalla vita facile, dai divertimenti, che sembrano insabbiati fino al collo tanto da non accorgersi che il  Paese ha bisogno oggi più che mai di essi, che la “Patria” li chiama a raduno per trasmettergli il ricordo di chi morì per amore per la sua terra. Ma non c’era traccia di loro, assenti ingiustificati, che hanno preferito il mare alla manifestazione di affetto verso quei “padri” che hanno permesso loro di vivere in pace e in democrazia la loro esistenza. Gli unici giovani presenti indossavano l’uniforme ed erano lì ad impersonare lo Stato di diritto e a rendere omaggio ai loro commilitoni caduti in difesa della democrazia.

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