venerdì 25 gennaio 2013

Camera e Senato, si vota!


Il 24 e 25 febbraio si torna alle urne. Questa volta ci tocca rinnovare il Parlamento nazionale, Camera dei Deputati e Senato della Repubblica. Un trabocchetto che ci renderà partecipi di una farsa pirandelliana.
Andiamo a votare percependo uno sdegno collettivo all’intero sistema elettorale, perché ancora una volta saremo “privati” del diritto di scegliere autonomamente il candidato da delegare, l’uomo o la donna che  sia, che ci rappresenterà per altri cinque anni al Parlamento del Paese.
Una tristezza che non ha pari. I “Signori” candidati non si “offrono” assolutamente all’opinione pubblica, non mostrano neppure il loro aspetto, non ne conosciamo i progetti e tantomeno la sensibilità. I “Nominati” già dalle segreterie dei partiti,cioè coloro che sono stati “benedetti” dal leader politico a cui si riferiscono, si troveranno in pool position nelle liste, sì che non avranno sorprese a meno che non si raggiunga neppure quella piccola percentuale necessaria a fare il salto di “qualità”. Solitamente infatti, allo scattare del 5% il primo posto è garantito.
Intanto è scattata la diaspora di coloro che vengono posizionati oltre i primi tre posti, gli “scartati” per molteplici motivi, quelli che, per intenderci, non hanno alcuna o comunque  molte chance di essere letti.
Si è assistito in questi giorni a diversificati cambi di casacca. Si lascia un partito per approdare in un altro che offre più spazi, più sicurezza, anche se è un partito “fai da te”, così come ne sono nati a decine in questi giorni di fermento.
Intanto si registra una pratica ormai consolidata: in quasi tutte le liste c’è la provocatoria quanto inquietante candidatura dei leader nazionali al primo posto, specchietto per le allodole, che garantisce chiaramente al secondo posizionato l’exploit. Una chiacchierata dinamica di questa assurda legge elettorale in vigore che lascia quantomeno perplessi gli elettori meno competenti e sconcertati i rimanenti.
Ma questa è “’a zita”, è dobbiamo piangercela fino a quando qualcuno o qualcosa muoverà il cambiamento in senso democratico,  proponendosi di cambiare questa legge elettorale (detta appunto porcellum) mal digerita dai piccoli schieramenti e ben sopportata dai grandi partiti politici che detengono così il “potere decisionale” in parlamento tenendo stretti con il collare i loro beniamini.

 

Nessun commento:

Posta un commento