lunedì 16 marzo 2015

Raccogliere questa opportunità

La manifestazione di martedì 17 marzo e lo sciopero di venerdì 20 marzo, indetto dalle organizzazioni sindacali, rimane l’ultimo treno, l’ultima chance per scongiurare un intervento legislativo che provocherà, se non bloccato in tempo, un danno sociale inestimabile, nonché una frattura insanabile fra tutti i dipendenti della Regione Siciliana e il Governo regionale guidato da Rosario Crocetta, che con un’azione unica nel suo genere, da regime assoluto, a fianco del suo assessore all’economia Baccei, intende recepire il “peggio” della legge statale relativa al sistema pensionistico e applicarlo ai dipendenti regionali. Una vera e propria estorsione. E’ importante ricordare innanzitutto, che la norma in questione, che si vuol far passare per buona, come “determinante” per il futuro della Sicilia, compromette unicamente il futuro di migliaia di pensionati, senza nessun rilevante risparmio per le casse della regione. Una norma di facciata, che di fatto modifica unilateralmente, e ancora una volta, il sistema pensionistico di circa diciottomila lavoratori, compresi nella fascia d’età tra i cinquanta e i sessantacinque anni, che dall’oggi al domani si vedranno decurtare il proprio reddito mensile di circa la metà. Una esaltazione della follia bella e buona quella del governo Crocetta, che speriamo in aula venga contenuta dal buonsenso dei deputati regionali che “devono” capire che a sessant’anni non si può ricominciare, non si può accendere un’assicurazione previdenziale integrativa, non si può sperare di esercitare un’altra attività, un’altra professione, che si è fuori da ogni gioco e da ogni logica lavorativa, nonchè in balìa della Provvidenza che dovrà esercitare una continua e consapevole conservazione della tua buona salute. Non si può mettere a repentaglio la sopravvivenza stessa di un pensionato dopo trentacinque-quarant’anni di lavoro. Detto questo, il governo Crocetta-Baccei con una insolita dimostrazione di forza, ti mette con le spalle al muro, e smuove, con i complici della carta stampata, l’opinione pubblica, che già vede i lavoratori regionali ricchi e nulla facenti, adducendo scenari catastrofici e da terzo mondo se non si applica, e alla svelta, il sistema previdenziale applicato dallo Stato ai propri lavoratori. Senza guardare oltre il proprio naso, senza neppure chiedersi se è sbagliato il nostro sistema pensionistico o se è stato troppo azzardato viceversa quello messo in atto per i lavoratori statali, senza neppure verificare quali sono i veri sprechi e porre i rimedi a questa catastrofe annunciata, il Presidente Crocetta, e i suo Governo, decide di andare avanti per la sua strada, pur di non dimettersi e sciogliere l’assemblea di Palazzo dei Normanni, che di fatto da oltre due anni sembra un corpo estraneo e assente, addomesticato alla volontà del presidente siciliano.

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