martedì 19 aprile 2016

Gli italiani hanno perso l'occasione

E’ finita così, con un nulla di fatto il referendum abrogativo di parte della legge sulle trivellazioni. Un flop che non ci aspettavamo assolutamente vista la problematica che investe tutti i cittadini e non solo una parte di essi. Un diritto, se non un dovere, andare al seggio elettorale ed esprimere così la propria idea su una legge che è stata pensata e approvata da un Parlamento che non rappresenta ormai più di tanto gli italiani. Ma gli italiani, lo sappiamo, sono fatti così. Può cascare il mondo ma non reagiranno fin tanto che non cadrà quel “loro” personale pezzo di mondo, fino a quando nessuno gli toccherà le tasche, fino a quando potranno mangiare un piatto di spaghetti e pagare la luce per poter vedere le partite in TV . Niente di più squallido. L’idea di ribellarsi con l’unico modo civile che questo Paese ha ( almeno fino a ora), quello del voto, viene totalmente rimossa per piccole incombenze di vita quotidiana (dormire, gita al mare o in campagna ecc.), il che da l’idea del perché il nostro Paese si trova oggi in questa difficilissima situazione economica. Uno spettacolo increscioso vedere i seggi elettorali vuoti e le strade cittadine piene di gente che passeggia infischiandosene del futuro dei loro figli, che lascia nelle mani dei “soliti” decidere di salvaguardare l’ambiente o meno, per poi puntualmente lamentarsi con i politici di turno se l’inquinamento raggiunge limiti ormai costanti e pericolosissimi, se il mare lungo la costa è vietato alla balneazione o se le stagioni sono sempre più calde. Non si capisce il perché di questo atteggiamento disinteressato, che si rende complice di una politica incurante del destino del proprio Paese, una piatta idea dell’ambiente che nel tempo potrebbe causare danni irreversibili al sistema. Il 31% circa degli italiani ha votato contro le trivellazioni, adesso bisognerà capire l’età media degli elettori, per poter comprendere meglio l’atteggiamento dei giovani, se hanno partecipato o viceversa disertato il voto. Ciò darebbe una visione parziale ma anche una idea generale su quanto i nostri giovani siano pronti ad affrontare, in un prossimo futuro, le problematiche relative all'incerto destino della terra.

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